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Il significato di una parola

È incredibile come il destino dei leaderini delle nazioni musulmane che desideravano cancellare dalle cartine geografiche lo Stato ebraico (ma vale anche per quelli delle organizzazioni terroristiche) sia sempre lo stesso. 
Fanno i fenomeni, grandi proclami, piazze piene, minacciano, Allah è grande, massacrano (innanzitutto la loro gente), attaccano Israele. Ottengono qualche "strepitoso" successo iniziale, tipo massacrare a colpi di kalashnikov 1200 persone disarmate colte di sorpresa. E poi perdono. Immancabilmente. In maniera netta e umiliante. 
A quel punto comincia la fase due: richiesta di tregue, richiesta di colloqui, richieste di negoziati, richiesta di "diritti al ritorno", fake-news a pioggia e così via. Più le prendono e più avanzano richieste. E più avanzano richieste e più meriterebbero schiaffi in faccia. Si nascondono sotto terra, vigliacchi ed egoisti, e poi scappano, voltando le spalle a quelli ai quali fino al giorno prima avevano imposto fedeltà assoluta, pena la morte. Alcuni ci riescono, altri no. Fine, avanti il prossimo. 
Non imparano nemmeno dalla loro storia, una storia di sonore umiliazioni, per lo più cominciate tutte, in epoca recente, nella stessa maniera: una tempesta dal cielo. Non alzano mai gli occhi al cielo, nemmeno quando pregano, la loro religione (islam) ha un significato preciso (sottomissione): il loro orizzonte, fisico ma anche culturale, è la sabbia del deserto. Vorrebbero rubare la Terra agli ebrei, ma non sono nemmeno in grado di controllare i loro cieli. Se fosse esistita l'aviazione ai tempi di Maometto, che mondo sarebbe quello di oggi?

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CONTINUO

 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!