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Visualizzazione dei post da giugno, 2025

Anche in Iran c'è un'opposizione

GLI IRANIANI ANTI REGIME CHE RISCHIANO LA VITA OGNI GIORNO HANNO UNA OPINIONE BEN DIVERSA DAI PACIFISTI IN POLTRONA DI CASA NOSTRA. QUALCUNO SI DOMANDERÀ PERCHÉ?  «Il mio cuore sanguina per il nostro popolo, non per un regime fondato sul sangue». Non piangono certo la morte dei pasdaran, gli oppositori del regime di Teheran. In molti casi fanno silenziosamente il tifo per Israele, comunque sono pronti a fare la loro parte, per la spallata definitiva al regime oppressivo degli ayatollah. È un passaggio drammatico per le sorti del loro Paese. E i dissidenti, gli esponenti della vasta e articolata diaspora iraniana, lo vivono con lucida speranza. La speranza è che la guerra appena scatenata possa segnare finalmente anche uno storico passaggio di regime. Sanguina e spera, il cuore di Masih Alinejad, attivista nel mirino del regime fanatico di Khamenei, da tempo in esilio negli Usa. Protagonista della campagna contro il velo obbligatorio, negli anni è diventata un volto simbolo dell...

Gesù socialista

L’idea che "Gesù sia stato il primo socialista della storia" circola spesso, soprattutto in ambienti di sinistra. Ma è un’affermazione storicamente fondata? O nasce da un’interpretazione anacronistica? Approfitto della questione per riflettere su alcune mie convinzioni politiche e sul perché, nonostante tutto, continuo a considerarmi un uomo di sinistra.  Un errore metodologico: proiettare il presente sul passato L’accostamento tra Gesù e il socialismo deriva dall’applicazione di categorie moderne a un contesto antico, un errore storiografico frequente (lo commette persino Alessandro Barbero quando parla di "borghesia" nell’Atene classica). Il socialismo, come ideologia strutturata, nasce tra Sette e Ottocento, in reazione alle contraddizioni del liberalismo e della Rivoluzione Industriale. Gesù, invece, era un ebreo del I secolo, la cui predicazione si inseriva nella tradizione profetica giudaica. Il suo messaggio aveva una dimensione comunitaristica – basata su...

L'offensiva

A poche ore dall'inizio dell’offensiva di Israele contro il regime iraniano – una guerra difensiva, se mai ve ne fu una, considerando che la Costituzione dell’Iran prevede esplicitamente l’eliminazione di Israele e che Teheran ha costruito una "cintura di fuoco" di milizie ostili attorno allo Stato ebraico – le reazioni di una certa sinistra non sorprendono, ma restano moralmente inaccettabili.  Oggi, una parte del cosiddetto "antimperialismo" si è trasformata in un’apologia dei peggiori regimi reazionari: sostiene Putin, difende Assad e, in questo caso, giustifica l’Iran, ribaltando la realtà in una chiave grottesca. Per non vedere chi sia davvero l’aggressore in questo conflitto, bisogna essere accecati da anni di propaganda ideologica.  La "Rivoluzione" iraniana è stato un colpo di Stato reazionario Innanzitutto, è necessario smettere di definire "Rivoluzione" il colpo di Stato del 1979 in Iran. Una rivoluzione autentica implica un progre...

Voilà

T’inventerai un’altra vita per pensare  a questa vita  costruirai la tenacia con cui  inafferrabili sprofondano le cose. Continui a dirti che se solo lo volessi se solo ci credessi potresti farle vere e ferme potresti liberare l’anima del mondo. Ma non puoi, ci sono io col mio affetto asimmetrico col mio cuore che batte con i miei abusati candori. Voilà! Dovrai inventarti una vita diversa per ripensare a questa che stai consumando tra noi. Ma è irreparabile la sconfitta delle cose passate il senso sottile che ti stia spogliando di tutto del tuo ultimo sguardo per me della mia residua frase d’amore che ti attende alla fine di questo buio. E infine dimenticherai che nella prossima occasione volevi essere felice.

Israele, sionismo e dinamiche demografiche

Vorrei affrontare un tema complesso, consapevole della sua delicatezza. Di solito evito di parlare delle dinamiche politiche interne a Israele, ma la propaganda prospera proprio laddove si creano volutamente equivoci e confusioni. Così, alcuni chiarimenti oggi sono imprescindibili. 1. Il sionismo non è un blocco monolitico Negli ultimi anni, figure come Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich vengono spesso presentate come i "volti del sionismo". È una rappresentazione fuorviante, che confonde le acque. Ben Gvir e Smotrich incarnano una deriva estrema, ultranazionalista e religiosa: il kahanismo, ispirato dall'ideologia di Meir Kahane, bandita dallo stesso Israele democratico. Equiparare il kahanismo al sionismo nel suo complesso è come confondere il fascismo con il Risorgimento italiano: un errore storico e concettuale. Il sionismo, nato a fine '800 come movimento di autodeterminazione e liberazione nazionale del popolo ebraico, è sempre stato un mosaico di correnti d...

Israele come democrazia fallita?

In questi giorni sento ripetere con troppa leggerezza che "Israele è un esperimento fallito di democrazia perché non ha una costituzione", e che questa "mancanza" dimostrerebbe una volontà di espansione colonialista. Prima di lanciare giudizi categorici, forse varrebbe la pena fermarsi su due punti: 1. L’Italia è davvero così diversa? 2. Perché Israele non ha una costituzione? (E il motivo non è l’espansionismo). 1. L’ipocrisia italiana: la nostra "democrazia zoppa" Pasolini, già negli anni ’70, denunciava le contraddizioni dell’Italia post-fascista: una magistratura ancora piena di ex fascisti, un sistema politico in cui il Partito Comunista – pur maggioritario tra i lavoratori – non poteva vincere le elezioni, grazie al combinato disposto di Democrazia Cristiana, CIA e Guerra Fredda. Eppure, nessuno si sogna di definire l’Italia una "democrazia fallita". Anzi, oggi ci permettiamo di pontificare su Israele, ignorando comodamente: Il nostro...

La deriva mercantile della democrazia

Negli ultimi anni, osservando l'evoluzione dei sistemi democratici, emerge un fenomeno sempre più preoccupante: la mercificazione della politica. L'idea che il consenso si costruisca come si costruisce il successo di un prodotto commerciale — studiando gusti, tendenze, bisogni superficiali — sta svuotando la democrazia della sua funzione più nobile. Ho letto tempo fa un saggio che analizzava con lucidità questa trasformazione: la logica della domanda e dell'offerta, un tempo confinata ai mercati economici, ha ormai colonizzato il mercato elettorale. I partiti, anziché orientare l'opinione pubblica con idee solide e visioni di lungo periodo, si sono trasformati in fornitori di prodotti politici, modellando il proprio messaggio in base ai sondaggi e alle emozioni immediate dell'elettorato. È la logica della politica del polling: governare non più per convinzione, ma per convenienza, inseguendo i dati, non i principi. Questa deriva riduce la democrazia a una transazi...

Corporazioni

Ordini blindati, caste autoreferenziali e associazioni di categoria che decidono senza essere elette. Una mappa del vero potere italiano, tra riforme bloccate e cittadini senza voce. In Italia, il potere non si esercita solo nei palazzi della politica. Anzi, molto spesso si annida altrove: nelle stanze delle corporazioni professionali, nei corridoi delle associazioni di categoria, nei meccanismi opachi degli ordini che decidono chi può lavorare e a quali condizioni. Dalla difesa dell’esclusiva notarile ai blocchi dei taxi contro Uber, dall’impossibilità di accedere a certe professioni senza passare per albi e commissioni spesso autoreferenziali, fino ai meccanismi che garantiscono a pochi il controllo di interi settori economici: l’Italia è stretta in una rete di poteri corporativi che paralizzano ogni cambiamento. Cooptazione, non concorrenza Le corporazioni moderne non hanno più i nomi medievali delle “arti” e delle “gilde”, ma conservano la stessa logica: chi è dentro decide chi ...

Concetta Corbera

Non è il Gattopardo un libro educativo nel senso comune della parola. Fra le pieghe di antiche stanze, di mai sopiti ardori erotici, di eterne mediocri scappatoie che conducono a democratiche scelte popolari, di lunghissimi silenzi bruciati dal sole dei latifondi resta infine la consapevolezza che tutto e tutti, leoni e iene, generali e colonnelli, principi e campieri, coloro che sempre si considerano " il sale del mondo" tutti infine trovano pace in un mucchietto di polvere livida sotto lo sguardo senza emozioni di Concetta Corbera. Sarà lei l'unica protagonista nascosta di una Sicilia troppo stratificata e complessa per essere definita? La sintassi, la storia e la lingua definiscono, esaltano in alcuni casi, la letteratura ma l'eccezionalità nasce da un parto imprevedibile; in Sicilia è necessario aggiungervi una buona dose di elitarieta'. Il Gattopardo è un monumento solitario, niente prima e assolutamente niente dopo, per un lungo tempo.
Non sopporto i consuntivi: esaminare come e quanto io mi sono consumato non mi piace, però i consuntivi occhieggiano ugualmente ai lati della mia strada, sono io che faccio finta di non vederli. Verrà un tempo diverso e i social così come li abbiamo conosciuti spariranno per sempre, non ho idea di quello che li sostituirà, non so nemmeno se essi resteranno come totem di un'epoca interlocutoria speciale. So perfettamente che l'idea che ci ha mosso, i desideri e le fantasie che nutrivamo da qualche parte hanno trovato rifugio, può darsi che un giorno ci sentiremo chiamare e capiremo.

Fascisti

Il problema non è che sono fascisti, il problema è che non lo sanno, questo nella migliore delle ipotesi è ciò che ci dicono. Diciamo fascisti, chiaramente, per semplificare. Perché potremmo fare riferimento a quell'altro schifo che fu il comunismo. O al fondamentalismo religioso, che loro credono tanto lontano dai loro schemi di pensiero. O ancora potremmo usare un'espressione-ombrello definendoli "totalitari" .  Questa, a ben vedere, è quella che più si attaglia. Il fascismo, il comunismo, il fondamentalismo religioso e tutte le schifezze che derivano dalla combinazione di questi fattori hanno una cosa in comune. Credono di avere trovato una qualche "verità" fondamentale, sentono la missione di conformare la realtà che li circonda a questa rivelazione e lo fanno "senza se e senza ma". Poveri idioti.  Considerano uno spreco di tempo e persino una forma di ingiustizia consentire ad una idea diversa dalla propria di esprimersi. Se esiste una verità...
La mia vita assomiglia sempre più ad un uscio stretto, un accesso quasi nascosto e impersonale. Oltre quel piccolo varco c’è il mio mondo , lo spazio perenne dentro il quale vive la mia libertà. Bella e splendente come nessuna parola potrà mai dire. E’ la dimensione in cui vorrei restare ed è finora il mio cruccio continuo. Chiudo la porta dietro le mie spalle e di quel benessere resta solo per qualche breve periodo l’eco sempre più lontana. Non posso fare altrimenti: le pagine vivono qui, mi attendono, tornerò un giorno e più nulla mi separerà da esse.

Antispecismo contemporaneo

Ieri discutevo di veganismo con alcune persone e, avendo fatto attivismo a lungo, mi sono trovato a riflettere su un problema che cercherò di sviluppare qui.  L'antispecismo contemporaneo, così come molte altre forme di moralismo ideologico, si basa su un'adesione acritica a un "obbligo morale" astratto - un imperativo categorico di stampo kantiano dove l'azione viene giustificata da un dovere universale, svincolato dalle conseguenze concrete. Il punto critico, analizzato attraverso Nietzsche e Stirner, è che questo approccio trasforma l'agire umano in una sottomissione a "spettri" - entità metafisiche come la Morale con la maiuscola, il Dovere Assoluto, il Bene trascendente - che si antepongono all'individuo reale, annullandone l'autonomia nel nome di un principio superiore.  In questo schema, i movimenti sociali e persino le religioni diventano facilmente strumentalizzabili, come dimostra il caso di Hamas o, su un altro versante, certe de...
Adesso che l’estate pian piano fiorisce e la sua essenza permane sempre più forte come l’impressione di una parola inespressa, adesso che il tempo seguirà percorsi più lenti, adesso è l’ora di sedersi a guardare un nuovo giro del sole.
Un mondo fatto di parole, qualche immagine e della musica, aria… aria e immaginazione. Io posso metterci qualunque cosa dentro, anche quello che chi scrive non si è mai sognato di dire…e questa è una cosa terribile. E’ l’aria, la mancanza di identità che ci fa volare via, ci svena, ci esalta, ci stupra ci inganna e ci affascina. Qualcuno invoca i doppi sensi, perchè non i tripli o i quadrupli dico io? Proviamo a ritornare elementari. Minimi. O ci fidiamo di quello che siamo e non rivendichiamo sovrastrutture che non ci servono, oppure muoviamoci circospetti come una belva assediata dai cacciatori. Ho fatto la belva per qualche tempo e sono pieno di cicatrici, però mi fido del mio intuito: c’è del marcio in Danimarca ma non bisogna prendersi troppo sul serio, sono in pochi a saper recitare il monologo “essere o non essere”. Io per esempio mi sono stancato: ho scelto sono e chi s’è visto s’è visto. Lo dico senza orgoglio ma con pacata rassegnazione, ho piena coscienza dei miei limiti. Re...

Schizofrenie

Tra le molte forme che l'antisemitismo contemporaneo assume, ve n’è una particolarmente contraddittoria – che, per evitare diagnosi affrettate, potremmo definire "schizofrenica" nel senso etimologico di "mente scissa".  Si tratta di una narrazione che, da un lato, dipinge gli ebrei come parassiti incapaci di sopravvivere autonomamente, destinati a succhiare risorse da un ospite (come gli Stati Uniti, cui sarebbero state "drenate" armi e ricchezza); dall’altro, li raffigura come burattinai onnipotenti, architetti occulti di ogni meccanismo di potere globale.  Le radici medievali di un paradosso moderno. Questa doppia rappresentazione non è nuova: affonda le radici in stereotipi medievali che vedevano gli ebrei contemporaneamente come usurai senza patria (il "parassita") e come cospiratori demoniaci (il "burattinaio"). La contraddizione è solo apparente: entrambe le immagini derivano dall’idea teologica dell’ebreo come "popolo ...

L'Iran oggi

In queste settimane, molti analisti criticano la posizione di Israele sull’Iran, sostenendo che il regime si stia moderando, che non rappresenti una minaccia reale e che la questione nucleare sia solo un pretesto. Tuttavia, sono convinto che il Primo Ministro Netanyahu abbia ragione nel chiedere un cambiamento radicale in Iran, e per dimostrarlo vorrei sottolineare due aspetti fondamentali: il sostegno iraniano al terrorismo e l’isolamento regionale di Teheran rispetto alla normalizzazione con Israele.  1. L’Iran è il principale finanziatore del terrorismo internazionale Da decenni, il regime iraniano sostiene apertamente gruppi terroristici e milizie destabilizzanti in tutto il Medio Oriente. Attraverso i suoi proxy – da Hezbollah in Libano agli Houthi in Yemen, dai gruppi sciiti in Iraq alle milizie in Siria – Teheran ha contribuito a devastare intere nazioni, alimentando conflitti sanguinosi e soffocando ogni speranza di stabilità. Siria: L’Iran ha sostenuto il regime di Assad...

Netanhyau e Hamas

L'accusa ricorrente da mesi, una narrativa controversa circola nel dibattito pubblico e sui social: Hamas sarebbe un prodotto indiretto, se non addirittura una creatura deliberata, della politica di Benjamin Netanyahu.  Secondo questa visione, il leader israeliano avrebbe favorito l'ascesa di Hamas per indebolire l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e legittimare la propria politica di sicurezza. Ma quanto c'è di fondato in questa teoria? Prima di tutto, occorre una premessa fondamentale: non esistono prove giudiziarie definitive a sostegno di questa accusa. Esistono però elementi concreti e documentati che mostrano una realtà molto più complessa di quella che le semplificazioni mediatiche tendono a raccontare.  Il contesto storico: molto prima di Netanyahu Hamas nasce nel dicembre 1987 , all'inizio della Prima Intifada, come ramo palestinese dei Fratelli Musulmani. La sua ideologia fondativa è jihadista e teocratica, con l'obiettivo esplicito, sancito nell...

Esportazioni

Parte inevitabile la solita obiezione moralista: "Ma allora non abbiamo imparato nulla dall’Iraq e dall’Afghanistan? Esportare democrazia con la forza non funziona!"   Bene, questa retorica è non solo sbagliata, ma profondamente disonesta.  1) Israele non è l’Occidente, e non sta "esportando" nulla L’equiparazione tra Israele e le guerre occidentali in Medio Oriente è un falso storico. L’Occidente intervenne in Iraq e Afghanistan con ambizioni egemoniche, spinte da calcoli geopolitici e (in alcuni casi) da ingenuità ideologica. Israele, invece, non è un impero: è uno Stato sovrano circondato da entità che negano apertamente il suo diritto a esistere. Chi parla di "lezione dell’Iraq" dimentica che Israele non confina con la Svizzera o il Belgio, ma con Hezbollah, Hamas e un Iran che finanzia milizie per annientarlo. Non si tratta di "esportare democrazia", ma di sopravvivere. Se altri popoli oppressi dal fondamentalismo islamico (come le donne i...
Svolto verso la città, cammino lungo la sua storia e sono trasparente, invisibile a coloro che adesso ci abitano; nessuno di essi conosce la mia storia, nessuno ha sentito il giardino dietro il grande cancello, gli stucchi candidi dentro l’oratorio, l’inferriata piena di arabeschi del palazzo dimenticato dall’oggi e rivolto ad un passato inutile sempre più lontano. Qui di me non resterà nulla e la palma incisa nella tenue tappezzeria azzurra del cielo mi incoraggia a chiudere il cerchio. Della vita o del pensiero non ha più importanza, com’è possibile che io adesso sia sereno?

Strategia americana

Col senno di poi la strategia di Donald Trump è stata perfetta. Presa la decisione (giusta) di intervenire militarmente al fianco di Israele per eliminare i principali siti nucleari iraniani ancora operativi, ha lanciato una cortina fumogena. In questo breve lasso di tempo ha posizionato le navi da guerra, messo in movimento gli aerei militari e permesso al personale americano presente nell'area di allontanarsi in relativa sicurezza. Come bonus aggiuntivo ha anche dimostrato la folle inutilità dei leader europei, disposti - ancora e nonostante tutto - a trattare con uno dei regimi più brutali della storia recente il cui unico obiettivo era ottenere un'arma di distruzione di massa. Le superbombe e i missili che hanno cancellato i siti nucleari di Fordow, Natanz ed Esfahan (questi ultimi due già duramente bersagliati dagli israeliani) passeranno alla Storia. Non solo cambieranno (in meglio) il Medio Oriente, ma certificano in maniera definitiva i nomi degli unici leader in grado...

Ancora una guerra

L'attacco preventivo contro il programma nucleare iraniano iniziato questa notte dall'IAF non rappresenta una semplice azione difensiva, ma l'inizio di una lunga offensiva i cui preparativi (militari e di intelligence) sono durati anni. L'Iran, come prevedibile, ha già risposto all'attacco lanciando su Israele oltre 100 droni (non ancora arrivati a destinazione, nel momento in cui scrivo). Non è più tempo per azioni fini a se stesse, per indorare la pillola di fronte all'opinione pubblica, l'Iran ha risposto subito per la stessa ragione per cui Israele ha colpito i siti nucleari. Persino l'ONU nei giorni scorsi ha messo in guardia il mondo: l'Iran ha oggi sufficiente uranio per costruire almeno dieci bombe atomiche. Non c'è più margine d'errore: quando gli attacchi cesseranno o non esisterà più speranza per il futuro di Israele (e non solo) o non esisterà più il programma nucleare iraniano. Nonostante i rischi concreti della guerra in corso,...
E’ estremamente difficile comunicare in modo consono la propria dimensione intellettuale esattamente così come si forma dentro una persona e lo è altrettanto percepirla e “discuterla” laddove tale discussione abbia un senso che vada al di là di un affermazione di esistenza.  Niente di ciò attiene al blog normalmente inteso, si avvicina semmai ad un’esperienza da diario cartaceo o addirittura da libro; nessuna di esse vuole sostituirsi nel mio caso a questo blog, qui ed ora.

BLACK LIVES MATTER?

BLACK LIVES MATTER? NO, DIREI PROPRIO CHE LE VITE DEI NERI NON CONTANO SE NON SI PUO' ATTACCARE L'OCCIDENTE. Durante la prima presidenza Trump esplosero le rivolte contro il razzismo USA. Lo slogan principale fu "Black Lives Matter", ovvero "le vite dei neri contano". Ero un po' perplesso sul fatto che il movimento fosse solo statunitense, e non si occupasse delle vite dei neri fuori dagli USA, a partire dall'Africa e Haiti dove i morti sono numerosissimi. Oggi vediamo che il movimento di indignazione progressista si è spostato sui palestinesi. E ancora una volta, l'Africa è dimenticata. Non solo, le tante ONG sono concentrate sempre di più solo su Gaza, e i fondi vengono tolti all'Africa (anche da parti dei governi occidentali). Un abominio, se pensiamo a come in Africa muoiono 3 milioni di bambini all'anno sotto i 5 anni (dati di Save the Children). Di fronte a questi numeri, che per capirci sono 8219 bambini morti al giorno, capite ...
La stanza segreta è qui e adesso, è una storia iniziata molto tempo fa. E’ l’attimo in cui arrivi a quella comprensione che ti sfugge da sempre. E’ un legame profondo, irrinunciabile, uno scrivere e pensare da lontano con una vicinanza intellettuale rara. La stanza è un simulacro dell’illusione di poter condividere ma è anche la definitiva sconfitta di un sogno leggero e invidiabile.

Cecilia dove vai

Onestamente, trovo difficile credere che il possesso (o meno) dell’arma nucleare da parte dell’Iran sia stato il vero discrimine per un intervento israeliano. Quarantasei anni. Quarantasei anni di provocazioni, attacchi proxy, finanziamenti al terrorismo. Quarantasei anni in cui il regime iraniano ha minacciato, aggredito e negato l’esistenza stessa di Israele. E allora, mi chiedo: perché l’attacco solo adesso?  Quello che mi sconcerta, però, è un’altra cosa: la minimizzazione del 7 ottobre, dei razzi di Hezbollah, dei bombardamenti Houthi—tutti finanziati da Teheran—come se fossero mere sciocchezze, fastidi marginali. E in questo contesto, l’intervento di Cecilia Sala mi sembra ancora più surreale. Si parla di uno scollamento tra regime e popolazione, quasi a giustificare con un fatalismo rassegnato l’idea che un governo islamista—che la stessa autrice definisce estraneo alla Persia, un paese storicamente più vicino all’Europa che al mondo arabo—possa rapire, reprimere, uccidere ...

Appartenenza

La Repubblica islamica iraniana non smetterà mai di cercare di cancellare Israele, per loro è un dogma religioso. Da decenni ogni giorno il regime ripete "Morte agli USA e morte a Israele" in ogni scuola. Preferisce investire miliardi di dollari in armi e milizie terroriste per distruggere Israele, che usare quei soldi per i propri cittadini. Tanti occidentali non riescono a capirlo, pensano di potere mediare. Ma è come cercare di convincere il Papa a togliere Gesù dai vangeli. Non ha senso.  Per loro l’Islam è venuto per rimpiazzare ebrei e cristiani. La terra di Israele è Palestina e appartiene all’Islam, come la Sicilia e la Spagna o i Balcani, e come tutte le terre che sono state sotto occupazione islamica. Per loro le donne e tutte le religioni non islamiche devono vivere come dhimmi in terra islamica, sottomessi, cittadini di seconda o terza classe. Chi parla della Repubblica degli ayatollah senza considerare il fattore dell'estremismo islamico è destinato a sbag...

La superiorità

Il presupposto di una superiorità morale intrinseca della sinistra rispetto alla destra – spesso dipinta in modo caricaturale come fascista e retrograda – merita una decisa messa in discussione. Questo mito, radicato in una narrazione autoassolutoria, non regge a un esame serio della realtà, soprattutto quando si osservano le alleanze e le contraddizioni della sinistra contemporanea. Prendiamo un esempio emblematico: mentre la destra italiana, con Giorgia Meloni, si schiera senza ambiguità a fianco dell’Occidente e di Israele di fronte all’aggressione jihadista del 7 ottobre, una parte della sinistra europea (e non solo) ha mostrato simpatie per cause che poco hanno a che fare con la libertà. Si pensi a chi, in nome di un antimperialismo distorto, difende Putin – l’aggressore di Kiyv – o giustifica gli ayatollah iraniani, i talebani, o persino Hamas, movimento terrorista che opprime tanto gli israeliani quanto i palestinesi.  La retorica della sinistra si fonda su un suprematism...

Capovolgimento

In queste settimane, mentre Israele risponde all’aggressione iraniana – una guerra strisciante che dura da 46 anni – i suoi alleati italiani stanno sperimentando ogni possibile linea di difesa per giustificare il regime degli ayatollah. La più patetica è quella che dipinge l’Iran come vittima innocente e Israele come bullo aggressore.   Oltre all’assurdità storica del considerare Israele Occidente (Israele è un paese composto in larga parte da ebrei espulsi dai Paesi musulmani nel 1948, con 850.000 profughi dimenticati dal mondo), questa tesi ignora un principio fondamentale: essere deboli non significa avere ragione. Tempo fa guardavo un documentario. Un macaco, incurante del pericolo, provocava ripetutamente un leopardo: gli tirava la coda mentre dormiva, per poi fuggire sull’albero. Dopo tre o quattro volte, il leopardo – stanco e infastidito – lo uccise con un solo movimento. Il macaco era una vittima? In termini umani, forse parleremmo di eccesso di legittima difesa, ma la v...

Glissare

Difficilmente in Italia vedremo piazze piene di persone che sventolano la bandiera di Israele, per ringraziare le donne e gli uomini dello Stato ebraico che, in questi giorni, ci stanno letteralmente salvando il culo. Basta guardare quali bandiere NON sventolano mai nelle piazze italiane il 25 aprile.  A tal proposito, il cancelliere tedesco Friedrich Merz è stato perlomeno molto chiaro: «La leadership iraniana ha portato morte e distruzione con attacchi, omicidi e stragi, sia con Hezbollah e poi con Hamas. Senza il suo appoggio, l'attacco del 7 ottobre non sarebbe stato possibile». Ma soprattutto: «Nutro massimo rispetto per tutto ciò che l’esercito e il governo israeliani hanno avuto il coraggio di fare». E infine: «Dobbiamo ringraziare Israele. Attualmente sta facendo il lavoro sporco per conto dell'intero Occidente».   Dubito che sentiremo parole analoghe dai vertici della politica italiana, impantanati nella retorica (fasulla) dei fazzolettini della striscia di Gaza. Una...

Dicotomie

L’origine della dicotomia destra/sinistra risale alla Rivoluzione francese, quando nell’Assemblea Nazionale i conservatori si sedevano alla destra del presidente (per convenzione, vicino al monarca), mentre i progressisti occupavano i seggi di sinistra. Inizialmente, questa divisione era puramente fisica e priva di connotazioni morali: destra e sinistra erano semplicemente etichette per indicare orientamenti politici diversi, non giudizi di valore. Negli anni ’80, soprattutto in Italia, questa neutralità semantica venne meno. Con Enrico Berlinguer e la questione morale, la sinistra iniziò a presentarsi non solo come forza progressista, ma come unica portatrice di valori etici universali. Di conseguenza, la destra fu progressivamente demonizzata, associata al "male" politico, mentre la sinistra si autoproclamò custode del "bene". Questo processo non fu solo una moralizzazione della politica, ma anche una cristallizzazione ideologica: se destra equivale a male, allor...

Similitudini

Mi ricordo. Mi ricordo lo sguardo sottile, quasi un sospiro di rimprovero, di un collega universitario. Quell’anno avevo troppe cose tra le mani, e trovarmi con un libro era ormai un evento raro. Lui sorrise. Ma era il sorriso amaro che si rivolge a chi affoga lentamente nella propria stessa vita. Avevo vent’anni. Ero ancora quello che si batteva per l’Agenda Rossa, che seguiva il fratello di Borsellino come si segue un santo in processione. La lotta alla mafia era stata la mia prima religione. Il mio primo atto politico. Il primo morso della realtà che mi aveva scavato dentro come un fiume in piena. A scuola, nel nostro quartiere, ci mettevano in mano un quotidiano come altrove si mette un rosario tra le dita dei bambini. Leggevamo di mafia, della sua architettura tentacolare, della sua capacità di insinuarsi nel cuore stesso dello Stato. Falcone e Borsellino erano i nostri martiri laici, le nostre icone civili. Ma di loro, più che le indagini, più che le sentenze, studiavamo — e te...

Tre anni

Questa storia dei servizi USA per cui mancavano ancora tre anni all'Iran per ottenere l'arma nucleare è semplicemente ridicola. Lo ha dichiarato perfino l'agenzia ONU AIEA che l'Iran stava per diventare nucleare. E l'AIEA ha ricevuto il premio Nobel per la pace perché si era opposta alla accuse USA che Saddam detenesse armi di distruzione di massa...ora gli pseudopacifisti che citano sempre l'Onu, decidono all'improvviso che gli USA sono più affidabili della Aiea? Curioso, no? Vi dirò di più, se anche fosse vera la notizia non cambierebbe nulla. Non esiste nessuna dottrina che prevede che si possa attaccare l'Iran solo quando mancano pochi giorni all'ottenimento dell'arma atomica. Nel mondo reale, si agisce quando ci sono le condizioni per farlo. Dopo venti anni di imbrogli da parte iraniana, la settimana scorsa queste condizioni c'erano. Per la prima volta. Punto. Non farlo ora, sarebbe stato folle. Tra tre anni l'Iran avrebbe potuto ...

Propaganda travestita

Devo ammettere che, guardando alla cultura contemporanea – italiana e non – faccio sempre più fatica a non considerarla un fallimento strutturale. E no, non lo dico da una posizione ideologica o identitaria: non è il mio sionismo a parlare, ma la delusione di chi crede che la cultura dovrebbe servire a comprendere, non a schierarsi ciecamente. Se oggi il mondo della cultura si mostra compatto – quasi monolitico – nel sostenere il movimento propalestinese, senza alcuna sfumatura, senza dubbio, senza spirito critico, allora siamo di fronte a un problema grave. Perché la cultura dovrebbe fornire strumenti, non riflessi condizionati. Dante scriveva: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” Non parlava di tifoserie. Parlava della tensione umana verso la conoscenza e la virtù, verso una comprensione del reale che vada oltre l’istinto, la rabbia, il pregiudizio. Se la cultura abdica a questo ruolo – se diventa pura postura morale, slogan ripetuti, identità p...
Questo è un tempo obliquo, questo degli ultimi anni: quello che mi divora sul blog e sulla carta. Non posso dire che non mi appartiene ma vorrei che se ne andasse altrove a intorbidare il cuore.  Trascorro una buona parte del mio tempo "ludico" su queste pagine elettroniche ma il mio tempo vero è altrove su un poggio a scrutare una porzione di azzurro marino incuneata tra il monte e la vigna; il tempo diretto è un ragazzo senza freni che mi ha raccontato altre storie con altre parole e altre intenzioni. Credevo di incontrarli tutti i visi che ho amato: gli uomini e le donne che, secondo me, dovevano essere tutti qui a vagare fra queste colline e il mare. Si sono celati nel gran corpo della terra: di loro hanno lasciato, qua e là, soltanto l’eco sciolta del loro essere persone…e mi hanno dato una lezione di asciuttezza e dignità.  Ho sperato che ci fosse almeno lei, doveva esserci e ho gridato il suo nome al vento ma non è tornato niente indietro: così sono inciampato nei sogn...
Io guardo il cielo sopra di me e voglio aspettare che questa sera smaltata e sensuale si spenga e mi lasci il tempo di capire e giudicare. La mia vita dorme nell’altra stanza, qui si sente solo il ronzio del ventilatore di raffreddamento del Pc. Silenzio, che meraviglia, così sembra tutto lontano. Anche la rabbia politica e quella esistenziale. E’ il senso della vita che mi sfugge o forse non la so raccontare? Domani mi impegnerò, domani quando questo silenzio imbarazzante sarà terminato.

Tommy Robinson

I musulmani e altri sostenitori di Hamas stanno cercando disperatamente di far rimuovere un video per il cosiddetto "discorso di incitamento all'odio islamofobo". Ma cosa c'è di così provocatorio? Tommy Robinson sta semplicemente ripetendo ciò che i musulmani palestinesi gli hanno detto sull'Islam e sull'obbligo religioso di uccidere in suo nome. Questo è successo durante la sua visita in Israele e in Cisgiordania, quando ha scoperto in prima persona che i contribuenti britannici, lui compreso, stanno letteralmente finanziando i terroristi che lanciano attacchi, conducono la jihad e si fanno saltare in aria con orgoglio per "liberare" la terra cancellando Israele e sterminando la sua popolazione ebraica. I sostenitori di Hamas dicono che questo video deve essere vietato, non perché contiene "odio", ma perché chi parla è già nella lista nera. Tommy Robinson è colpevole fino a prova contraria. Non c'è bisogno di smascherarlo: basta af...
Per molti di voi sembra una cosa senza senso: molti blog, gli stessi testi solo organizzati in modo diverso. C’è una gran parte di ragione. Però tutto questo non vi crea alcun fastidio e il vero problema, in qualsiasi modo io abbia organizzato la mia scrittura, è ben altro. Attiene ormai da molto tempo alla mia fine sostanziale come blogger, alla mia palese incapacità di relazionarmi con questo esterno virtuale e alle conseguenze prevedibili di tale difetto.  All’inizio leggevo circa una trentina di blog ogni giorno e ne commentavo almeno una ventina anche se non vi era nulla da commentare! Avevo intuito che l’unico modo per esserci ed essere letto qui è visitare in modo visibile e tracciabile gli altri blog: non ci sono alternative alla lettura dei vostri post con commento a seguire. Il “like” è soltanto un succedaneo di poco conto. Commentare è indispensabile, presenziare una conditio sine qua non, se non ci riesci il tuo spazio torna ad essere un diario privato segreto non diss...

Barba e massacri

Andateci voi con questi Barbuti massacratori di donne. Andateci voi con questi maniaci sessuali camuffati da agnelli da padri di famiglia benevoli.  Andateci voi con questi sostenitori degli impalatori di Gaza. Ripeto impalatori.  Andateci voi da questi miserabili costruttori di tane sotterranee da cui avrebbe dovuto partire l'ultima definitiva rivolta per il massacro degli ebrei.  Andateci pure voi.  Io me ne sto qui, saldamente al fianco di una delle cose più belle che l'umanità abbia mai partorito. Io me ne sto qui al fianco di Israele in difesa della nostra civiltà. Voi fate quello che vi pare.  L'Iran degli Ayatollà, Hamas, Hezbollah e tutti i mosconi lerci che ci girano attorno teneteveli voi. Io sto con la bellezza, la civiltà, l'evoluzione. Am Israel Chai.

Un guizzo

Se non commento da qui il blog resterà invisibile, non sono certo che sia esattamente ciò che voglio. Della audience non me ne frega assolutamente nulla. Io vivo ormai altrove, ciò che ho scritto resta conservato nei miei archivi personali, col tempo si vedrà. Nessuna delle date inserite è veritiera, i testi appartengono al passato: spostarli in altro tempo è solo un guizzo!

Tracce

Se scrivi su un blog ti proponi, è inevitabile e avviene al di là della tua volontà. Così sarà anche qui o dovrebbe essere così ma il contesto temporale di questo blog è inusuale, consideralo una specie di libro posato sulle corde del tempo virtuale. La traccia di un'esistenza. Mi considero se non fuori almeno molto defilato rispetto a questo ambiente sia per l'età che per altre caratteristiche non secondarie. Sono un vecchio blogger con molti anni di rete sulle spalle, il tema scelto è persino più vecchio di me, le immagini provengono dalla rete, per il loro copyright lasciate un commento. Tutto il resto, relazioni comprese, sarà palese con la lettura dei post.

UNA PROMESSA A ME STESSO

Sono riuscito a scivolare via? Nessuna decisione temporale presa, non adesso, solo più di un centinaio di post rimessi in libertà nel silenzio della pace. Quella che non ho io. Ciò che scrivo ricomparirà un giorno, non so quando, ricomparirà tutto perchè la scrittura infine resta. Sempre Ho trascorso molto tempo in rete, l'ho fatto con serietà e ho scritto moltissimo, mi è sembrato sciocco eliminare con un clic tutto questa mole di lavoro. Ma io adesso sono veramente fuori da questo ambiente. La moderazione inserita non ha nessuna volontà censoria ma serve solo a dimostrare che ho letto le vostre eventuali parole. Quando per lungo tempo non ne vedrete più significherà che il blogger è passato a miglior vita. La scrittura resterà.

Geroglifici

Guarda i miei geroglifici, avverti il sapore della inutilità. Questa notte come le altre in fila ad attendere un'altra vita e un altro senso. Dopo aver scritto penso sempre che a queste righe non ne potranno seguire altre, che queste righe siano totali e intoccabili, sintesi perfetta della fine e del nuovo inizio: una clessidra e noi polvere là dentro. Questo mi uccide, questo è appunto l’ombra del silenzio per il quale non c’è descrizione possibile. Ho provato a pensare di aver scritto ieri o l'altro ieri, poi mi sono perso nell'oggi. Ho ucciso il tempo ma esso mi insegue: questo è il suo epitaffio. Ci vuole tempo, uno diverso per ogni cosa, uno adeguato al mio tempo. Scrivere, rispondere, non rispondere, riflettere, guardare, sognare : ci vuole tempo. Abbiatene. Il mio qui è finito, Impedirò i commenti nella speranza che almeno ora abbiate la compiacenza e il rispetto che a molti di voi è mancato nei miei confronti. In fondo vorrei soltanto una lettura silenziosa, alla mi...

Basta

Annego mentre nuoto verso questo orizzonte sempre uguale: vorrei dire che sono stanco ma non è vero, sono confuso. E continuo a nuotare, annegare è una variante, un diversivo utile a sentire l’acqua. Ciao diario virtuale sono stato pieno di addii, adesso basta.

Varie ed eventuali

Questi testi sono personali e privati non pretendono nulla, nemmeno una risposta, sono stati scritti per un'intima esigenza o un bisogno di liberazione; l'unica cosa che vorrei per loro è che fossero rispettati. E’ sbagliato, lo è nell’intimo questo sistema di venire a leggervi e cercare, cercare disperatamente di commentare qualcosa di decente... anche se non c’è niente da dire, anche se non c’è niente da aggiungere a quel post. Commentare per dire invece – io esisto!- passa da me, che ti costa, io l’ho fatto….magari sono giorni che cerco tra le tue righe qualcosa che mi stimoli a espormi….magari non mi importa nulla di ciò che scrivi, oppure mi piace sì ma non più di tanto…nel frattempo ti commento, mi esibisco anch’io e prima o poi qualcosa accadrà. E’ sbagliato signori, è una questua continua senza senso che ci immiserisce; sarebbe molto meglio che una piattaforma da blog avesse un INDICE DEGLI ISCRITTI con il loro bravo link, un elenco di appartenenti che chiunque può sfog...

Fantasmi

Scrivo come se tutti i miei fantasmi avessero vita vera, le maschere che porto mi illudo di averle costruite io: ho una password, una tastiera e il sipario si è già alzato. Scrivo "come se", vivo allo stesso modo. L'orgoglio mi pesa. Lo tengo a distanza ma lui si avvicina e, a volte, mi morde con sorprendente ferocia. La mitezza non è mai stata il mio forte, tengo duro, cerco di dimenticare, prego Dio tutti i giorni di farmi dimenticare, di darmi il dolce assenzio dell'oblio ma non vengo ascoltato. E' la mia pena costante. Sapere e aver saputo, leggere e aver letto e poi studiato...
Se tornassi a scrivere prenderei la prima virgola per appenderla al tuo orecchio che mi regali di nuovo il volto e il cuore. Se tornassi a scrivere non avrei più niente tra le mani se non il ricordo di una intesa da regalare al mio tempo nuovo. Se tornassi a scrivere lascerei finalmente libero il sogno di ciò che mai sono stato e tu lo leggeresti altrove e in un altro mondo.