Di metamorfosi si può morire o ferire gli altri, si può mentire e credere veramente di farla sempre franca perché non siamo noi a commettere il crimine ma la parte diversa di noi, magari appena creata. Eppure nemmeno la splendida letteratura dei mille cambiamenti umani ci affranca dalle stimmate che ci rendono riconoscibili: non è un neo, l’angolo della bocca, il suono della voce o il modo di camminare, qui sui blog è la SINTASSI e non potrebbe essere altro. Credo lo sia certamente per me, è lei che ci raccoglie, perle distanti, su unica collana: il gioco inizia da lì.
Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

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