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Khameini e la Sicilia

In Sicilia c’è una vecchia gag popolare che calza a pennello per descrivere certi personaggi: il tipo che passa anni a vantarsi di voler "corcare" qualcuno ("lo distruggo a botte"), ma quando finalmente la vittima si stanca e lo affronta, lui si aggrappa disperato a un amico urlando "Lassami! Lassami! Se mi lasci lo distruggo!". 
È la caricatura del vigliacco che provoca e poi, alla resa dei conti, recita il ruolo della vittima. Ebbene, Khamenei oggi è l’incarnazione perfetta di quel personaggio. Per decenni l’Iran ha finanziato Hamas, armato Hezbollah, riempito Gaza e il Libano di missili, minacciato Israele di annientamento, e sostenuto ogni gruppo terrorista disposto a destabilizzare il Medio Oriente. Ora che Gerusalemme ha detto "basta" e risponde colpo su colpo, il Rais si aggrappa alla comunità internazionale urlando "Lassami!" – come se l’aggressore fosse improvvisamente l’aggredito. 
E il peggio? Che ha uno stuolo di tifosi pronti a credergli: giornalisti che parlano di "proporzionalità" mentre ignorano anni di attacchi iraniani, pacifisti da salotto che condannano la legittima difesa di Israele ma non le stragi di Hamas, e leader occidentali che trattano Khamenei come un interlocutore serio, non come il mandante di milizie che usano bambini come scudi umani. Aldo, il nostro amico siciliano, almeno lo faceva per ridere. Khamenei lo fa con il sangue freddo di chi sa che, in un mondo dove la propaganda conta più dei fatti, basta urlare "Lassami!" abbastanza forte per far dimenticare chi ha davvero iniziato la rissa.

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 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!