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Gli orrori, quelli veri

Sei una bambina. Cinque anni. Sei del Sudan, e il tuo peccato è esistere. Non sei musulmana, sei altra. 
Sei scheletrica, pelle nera come la fuliggine, e il mondo ti ha già dimenticata. I miliziani filogovernativi potrebbero arrivare da un momento all’altro. Se arrivano, morirai. Ma oggi no. Oggi non è la morte con un colpo di fucile. Oggi è l’infibulazione. Oggi è il coltello. 
Ti strappano via tutto, senza anestesia, perché il tuo dolore non conta. Il tuo corpo non è più tuo. È una ferita aperta, e tu urli, ma nessuno ti sente. Poi, la fame. La fame che ti rode le viscere, che ti trasforma in un fantasma. E poi, finalmente, arrivano loro. I miliziani. 
Uccidono tuo padre davanti a te. Violentano tua madre finché non smette di respingere i coltelli con le mani. Poi tocca a te. Sei troppo piccola, ma non importa. Sei una bambina nera, e il tuo dolore non fa notizia. 
 È come il 7 ottobre in Israele. Stessa ferocia. Stessa disumanità. Nessuno mette la tua foto nei profili. Perché? Perché sei nera. Perché sei povera. Perché non c’è un conflitto geopolitico da strumentalizzare; sei solo carne da macello. Sei sopravvissuta? Ora sei una schiava. Schiava sessuale di un predone che ti chiama "cagna infedele" mentre ti spezza. Ma almeno... sei già infibulata, no? Che fortuna. Così lui non dovrà preoccuparsi di "rovinarti" per altri. E intanto, il mondo urla "All Eyes on Gaza". Ma i tuoi occhi? I tuoi occhi sono spenti. E nessuno li guarda.

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CONTINUO

 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!