Ma se questa terribile stagione dovesse macerare il sogno di comunicazione? Se arrivassero cose nuove me lo scriveresti? Ed io le scriverei? Oggi temo di non essere più in grado di comunicare niente. Dovrei dirti di tutte le cose che non vanno? Assediare la tua mente con facsimili delle storture uguali a certe tue che solo intuisco? Meglio sarebbe raccogliere gli ossi di seppia del passato, delle estati a mare, delle ragazze con la pelle abbronzata e del desiderio di fare l’amore per l’amore…tanto domani sarebbe stata una bellissima giornata. Mi attraversa ogni tanto il ricordo di quel tempo, una stilettata, un’apnea da lasciarti senza fiato. Aiuto! Grido. Aiuto, affogo in tutta questa vita! Lasciatemi marcire nel mio vecchio e accidioso autunno. Ma io non voglio morire, non voglio finire in nessun modo. Datemi un’altra dimensione, un altro mezzo, un altro ballo, un’altra finestra da cui guardarti perchè, lo sai, non posso fare altro. E se altro ci fosse non è detto che sarebbe meglio di queste righe battute sulla tastiera di un Pc.
Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

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