Passa ai contenuti principali
Ungaretti a quattordici anni, quasi di nascosto chissà poi perchè. Ma dirlo ai ragazzi del pallone non era proprio il caso, io avevo una grande biblioteca a casa loro no e in più ero siciliano, dir loro di Ungaretti sarebbe stata l'occasione per alimentare un rancore subdolo che io non avrei saputo gestire. Negli anni a venire ci furono poi Pessoa, Emily Dickinson, Garcia Lorca, Neruda; attorno ai sedici diciassette anni causa innamoramento e società spuntarono Wystan Auden e Edgard Lee Master (complice un De Andrè favoloso). Non ha nessuna importanza dire qui di tutti gli altri ma ci sono stati e ci sono, forti e immanenti, la poesia mi ha trasfigurato l'anima e ancora oggi se leggo Montale o Sylvia Plath vado in luoghi di cui non ho mai scritto. Vorrei farlo, vorrei tanto che fosse questa la mia ultima fatica, il mio cerchio chiuso. Scrivere di poesie, riproporle e raccontare i loro autori perchè dicendo di loro finalmente parlerei di me in modo nuovo e più adeguato alla mia essenza. Vedete? Il blog è qui, terminato e placido, per certi versi lontano e definito.

Commenti

Post popolari in questo blog

CONTINUO

 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!