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Non avevo pensato di chiudere, avevo solo abbandonato questo guscio su una sedia e il corpo altrove. Ma entrambi soffrivano per la reciproca lontananza. Poi qualche giorno fa, ripassando sulle pagine di alcuni blogger ho capito che non era giusto, che comunque questo guscio era carico dei miei umori e che doveva vivere, a modo suo, con un tempo diverso, ma doveva vivere. 
Signori devo confessarvi che spesso negli ultimi mesi ho avuto fortissima la volontà di sempre: cancellare tutto! Eliminare del tutto le tracce del mio passaggio in rete perché questa parte di me, che dovrebbe essere la più intima e amata, mi fa star male da morire. Ho pubblicato tutto o quasi, è trascorso molto tempo, gli scritti sono mutati, hanno ancora almeno un residuo di valore? Non devo dirlo io permettetemi. 
Io posso solo dirvi che si è girata la pagina e per alcuni di voi è successo in anticipo su questa mia decisione: siamo così fragili! Mi piace considerare l’opportunità di qualcosa che resta nero su bianco anche nella definitiva assenza del suo compilatore.  Non avevo considerato il senso di morte che mi sale in gola senza queste pagine scritte: meglio dunque lasciarle qui così.  
Ho passato la mia vita davanti al mare e ai libri, praticamente ho smesso 15 anni fa quando sono entrato in rete: adesso si cambia signori, adesso si torna a leggere libri…il web viene dopo, molto dopo. Se trovo qualcosa da leggere di decente anche nei vostri blog mi farà piacere ma purtroppo è un’evenienza rara e poi tra quelli di voi che sanno scrivere decentemente c’è troppo spesso una spocchia e un’uniformità di vedute angosciante. Siete tutti omologati al nuovo dictat del pensiero e della scrittura da web. Non va bene affatto. Scusatemi davvero,
 Enzo Rasi

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CONTINUO

 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!