L’Italia che avevo sognato sta morendo definitivamente in questi giorni: l’azione congiunta della totale mancanza di stile ed etica, di cultura e buon senso, di solidarietà sociale e serietà personale da parte di tutti i rappresentanti istituzionali senza anima nè idee ha dato a questo paese il colpo definitivo. Centocinquantanni di inutile fatica, altro che anniversario dell’Italia unita. Amavo il tricolore, da siciliano l’ho amato e sono stato educato ad amarlo, in famiglia ci sono uomini che sono morti per quell’idea. Ho amato un’illusione, abortita storicamente alla nascita e lasciata a marcire in questi ultimi decenni di leghe e internazionalismi da barzelletta.
Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

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