Potrei dirvi che si apre un blog se si è in grado di scrivere decentemente e che non penso sia scandaloso affermarlo. Ma non c’è solo la cifra stilistica e letteraria a dare il via alla nostra espressività di blogger, conta molto anche quello che si ha da dire, le proprie esperienze, sensazioni, emozioni. A volte esse sono così pregnanti da non aver bisogno di abiti sintattici particolarmente eleganti. Se fosse possibile avere l’uno e l’altro sarebbe perfetto! Ma tra la perfezione e il nulla posso accettare una miriade di posizioni intermedie. Però l’indole non cambia, i desideri nemmeno e quando incontro stronzate assolute, ecco in quel caso io perdo le mie inibizioni… Perchè deve esserci un limite all’insipienza e alla volgarità profonda dell’uomo, un argine alla sua arroganza spacciata per sapienza e civiltà; la blogosfera è piena zeppa di escrementi e, col suo meccanismo virtuale, ha generato mostri ed essi si sono riprodotti.
Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

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