La storia e gli avvenimenti, anche i più recenti, le marce, i discorsi, le dichiarazioni accese e gli applausi virtuali...tutto indica che difendiamo la memoria perchè non ne abbiamo. L'umanità produce da sempre le ideologie che affermano che ci sono gli uomini e i non uomini: il passo seguente è Auschwitz. Ogni volta che stabiliamo livelli, che difendiamo prerogative, che diciamo che l'altro è troppo stronzo per vivere diciamo anche che in fondo può morire. Ed egli comincia a morire. Ci sono giornate della memoria che ci fanno dimenticare chi siamo e COME SIAMO. Verrà il tempo in cui anche queste giornate scompariranno, inutili come rottami polverosi; al loro posto nuovi editti di libertà e furore, di umanità e sangue, di democratici lager e immemori aguzzini. Non v’è memoria senza conoscenza e non può esserci sapere senza analisi. Senza lo studio di quelli che furono le premesse ideologiche della superiorità della razza, senza la conoscenza della storia tra il 1919 e il 1945 in Europa non ha senso nessun giorno della memoria. Esiste un’etica profonda e generale che l’umanità sconfessa con vergognosa noncuranza, un termine di confronto che attraversa intere generazioni e che viene rimpallato tra di esse come una pietra incandescente: brucia tra le mani e fa male, meglio dimenticare e dire io non c’ero, io non ne ho colpa. E’ il sistema con il quale, nei decenni posteriori a quello orribile del secondo conflitto mondiale, milioni di esseri umani hanno “ricordato” la Shoah e dimenticato i Gulag, le prigioni dei vietcong, Guantanamo, le carceri cinesi o quelle turche e ad altri innumerevoli campi di concentramento senza svastica. Altro che giornata della memoria, non abbiamo altro che complesse operazioni di cancellazione radicale.La giornata della memoria si onora studiando con attenzione come l’uomo si può trasformare in un escremento in divisa con buona pace di molti culi puliti e candidi. Non le si fa nessun buon servizio dicendo -orrore, mi dispiace, non accadrà più- Perchè accade, è accaduto sta accadendo e noi siamo coinvolti sempre. E la storia dei culi che bisogna studiare per evitare ulteriori “inconsapevoli” defecazioni. Chiudete i blog e aprite un libro, anzi i libri.
Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...
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