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E’ una variabile personale il tempo, il mio tempo diverso dal tuo; in verità non è nemmeno mio, con me scherza, ogni tanto discute…poi mi volta le spalle e se ne va per la sua strada. Così anche questo Natale, l’ennesimo, giunto puntuale per sé ma non per le mie aspettative. Ho dovuto lavorarci sopra nelle ultime ore, mi sono guardato intorno e ho visto il mio identico smarrimento, mascherato meglio però. La luce di cui parlarono i profeti galleggia nel cielo solo per chi sa e vuole vederla, per tantissimi altri è una fiction ben orchestrata. Ho trascorso alcuni Natale al buio ma ho letto a lungo che la Luce esiste essa è, siamo noi a colorarla e a chiamarla coi nomi più svariati: per chi ha fede essa è il soprannaturale che incrocia il cammino dell’uomo, per chi guarda solo alla realtà concreta è un obiettivo di riflessione ed umana solidarietà. Per me, bambino, fu neve e meraviglia, concerti di Natale e mia nonna col naso freddo in Piazza Duomo a Milano. Poi, negli anni, velocemente non fu più nulla, solo il venticinquesimo giorno dell’ultimo mese dell’anno. Ora è quasi silenzio e parole bisbigliate per destare il ragazzino che fui con una dolcezza che avevo scordato. Quanto mi piacerebbe regalarvene un po’…Auguri.

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 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!