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Visualizzazione dei post da agosto, 2025
Esistiamo davvero? Solo in un caso specifico, solo l’uno per l’altro e soltanto in questo rispecchiarci dentro le nostre solitudini. Due vite e due ricordi, morti noi non resterà assolutamente nulla poiché solo la memoria ci tiene in vita…. Assieme eravamo dentro la vita reale, terminata quella stagione è rimasta solo questa dimensione metafisica, un vasto territorio indefinito, un sogno, crudele a volte, ma imprescindibile. Qui, dentro la memoria di noi, è tutto al suo posto, in ordine; sfioro con lo sguardo l’insieme e, quando riesco a trattenere la commozione, ogni cosa mi appare bella com’è nella sua essenza. I visi e i suoni, i colori e persino i profumi non sono andati dispersi, vivono in quella perfetta armonia dalla quale, senza un perché preciso, nacquero. Anche se la distanza diventa ogni giorno più grande, le stanze sono ancora lì, intatte; niente e nessuno può scalfirle, nessun equivoco può inquinarle, io non lo credevo possibile quarant’anni fa ma è accaduto.
In realtà se c’è un popolo legato al concetto di unità nazionale sono proprio i siciliani: l’idea del federalismo estremo, praticabile oltre lo stretto ben più chiaramente e facilmente di quello padano, non ha mai attecchito in Sicilia.
Ero giallo. Un giallo smaltato e solare, luminoso. E lontanissimo. Scriverlo qui, dirlo adesso non serve a niente, non muterà la luce attorno. Molti penseranno a un imbroglio, a una bugia troppo grossa e quindi facilmente smerciabile. Ma io ero giallo: non mi sbaglio. So esattamente in quale stagione avevo quel colore, ho conservato un piccolo frammento luminoso di quell’uomo che hanno depredato fino all’esaurimento. Lo conservo e sta nascosto in un luogo invisibile a tutti. Mostrarlo significa annientarlo e finire prima, molto prima. Che in qualche briciola di scrittura affiori un guizzo di colore diverso non permetterà a nessuno di cambiare opinione, sono grigio e tale resto. Sognavo ad occhi aperti, volevo convincermi delle cose, ne aspettavo di nuove, attendevo lei, avevo un gran numero di cose da dirle, cose che non avrei mai potuto tenere tutte per me. Mi veniva facile scriverle, il giallo era il colore guida, non escludeva gli altri ma era dominante, aveva una forza oltre la sin...
E’ una tersa mattina di fine estate che si è fatta attendere a lungo, capricciosa e vanesia, come una star ad un ricevimento in suo onore prima di comparire davanti ai suoi ammiratori. Però ora ogni cosa è al suo posto, perfetta. Non attendo te occhi azzurri, attendo il passato. Quel passato che mi appartiene più d’ogni altra cosa perché possiede ancora una carica vitale profonda, un desiderio non sedato. Il sole, tiepido quanto basta, mi scalda il viso: ho voglia di caffè e placida tenerezza. E’ bellissimo muoversi mollemente con gesti risaputi e familiari: una solare intimità dei luoghi che si riflette dentro il mio spirito.  Galleggio con naturalezza… per il principio d’Archimede evidentemente possiedo un peso specifico inferiore ai pensieri nei quali sono immerso. Lo stare bene assoluto.

Integrazioni illusorie

Illudersi che si possa integrare pacificamente un'ampia comunità musulmana, fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di distinguere il potere politico da quello religioso, con la società occidentale democratica, su questo equivoco si è scatenata la guerra in cui siamo.  Perché l'Islam che negli ultimi venti-trent'anni si è risvegliato in forma acuta - infiammato, pronto a farsi esplodere e assistito da nuove tecnologie sempre più pericolose - è un Islam incapace di evolversi. È un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo. Ed è un Islam incompatibile con il monoteismo occidentale. Per molto tempo, dalla battaglia di Vienna in poi, queste due realtà si sono ignorate. Ora si scontrano di nuovo. Perché le società libere, come l'Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L'Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah.   E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile. ...
Una alla volta spuntano tutte le stelle e il faro si accende e, se ti metti a cavallo della luce passi il mare e arrivi in Africa. Io che campo all’acqua e al vento ci credo che un jornu giudica all’avutri e l’ultimo giudica a tutti, perché semo tutti ‘nsunnati, campiamo con la testa nell’aria e se casca il cielo non ce ne accorgiamo. Ma forse questo vogliono chiddi ca cumannanu, che dormiamo un sogno che duri tutta la vita; si scantanu che sennò…altri Vespri e altre rivoluzioni. E’ destino campari come auceddi e morriri comu passarieddi, senza che nessuno si nni adduna.
In fondo vivo di sorprese: stare sul web è una di queste. constatarne i limiti un’altra, rendersi conto che la volgarità è da ogni parte intorno a noi, e che ogni giorno, inevitabilmente, soffochiamo nell’imbecillità diventa infine l’inevitabile conclusione. Io faccio parte di questa comune sconfitta, che la dichiari in buon italiano e serenamente non ne cambia i connotati, mi rende solo più ridicolo.
Le estati sono tutte emozioni rapprese che si sciolgono sotto il sole e scivolano insinuandosi sotto la nostra pelle, sembrano diverse ma in realtà assumono semplicemente la forma della nostra vita in quel momento. L’estate è sempre l’identica rivelazione che sale sul palcoscenico con presentatori diversi, la sua apparizione suscita reazioni varie che vanno dagli applausi scroscianti all ’incredulità silenziosa, ma la sua bellezza è sempre maestosa, a me lascia ogni volta incantato, senza fiato. Nei suoi paesaggi aperti, nei suoi colori decisi e in quel senso di prospettive eterne e ripetute che ci fanno ritornare sempre all’idea che tutto è possibile, che è solo questione di tempo e i cieli si apriranno per lasciarci vedere l’azzurro e le mille strade che lo attraversano.
"L’ espressione geografica" del Metternich, dopo 95 anni di regime monarchico sabaudo con una deviazione fascista di venti anni, dopo 71 anni di regime repubblicano, in due regioni del nord vota e chiede l’autonomia. Ad essa si arriva dopo una centralizzazione feroce che in alcuni casi particolari ha dovuto far i conti con casi particolari: terre di confine e un’isola lontana al centro del mediterraneo. Situazioni su generis derivate da storie sui generis e risolte in modo provvisorio.  L’autonomia siciliana figliastra del senso di diversità già presente nell’aristocrazia siciliana fu un bel regalo confezionato in fretta e furia dallo stato centrale appena uscito dalla guerra per i riottosi e mafiosi politicanti isolani, Un regalo pieno di dolciumi presenti e futuri, di privilegi assurdi che diventarono poi veleni mortali.  Di questa autonomia, enorme sulla carta, imbelle in realtà, si è avvantaggiata solo una piccola ma rumorosa fetta di gente, i siciliani viaggiano ancora...
Quando il senso di vuoto e d’inutilità diventa insopportabile, quando giro a vuoto come in queste ultime settimane, allora decido di andare al mare, anche se il mare è sempre lì tutto l’anno. Ma adesso che l’autunno è arrivato appare diverso, come se volesse scuotermi da questa ruggine che infetta lo scorrere del tempo e mi immobilizza ed io mi sento toccato, affascinato dalla sua libertà e dalla sua sfacciata indecenza, ho quasi una sensazione di rabbia e d’invidia. Vorrei seguirlo, cambiare natura e invece resto lì, in bilico, sospeso e perduto da quel fluire senza direzioni e la mia inquietudine si addensa.
Estate Le parole sono suono amano il suo abbraccio dividono i giorni ammantano le notti. Frinire intontisce l’estate. Mia madre mi disse che stavo sull’uscio con lo sguardo perso dentro il loro tziiitziiiitziiiiiitziiiiiiiiiiii per ore per giorni. Per una vita. Frinire lascia sempre aperta una porta accoglie i sensi diversi il giallo dell’arsura il verde misurato e antico degli ulivi che finisce nel blu lontano del mare. Le parole sono cicale alberi aria tersa o imbarazzata di nuvole segni lacrime e dita scivolate sulle spalle di un abbraccio. Commiato e sussurri per non cessare l’ipnosi di un sogno.

Greta

Quando mi chiedono dove sbagli Greta Thunberg, o qual è il difetto del suo metodo, rispondo che il suo problema è lo stesso di quello di autori come Ilan Pappé o Mauro Biglino: cattiva epistemologia . Nello specifico, tre errori ricorrenti:  1. Culto dell’autorità – Molti attivisti ormai argomentano ricorrendo a un "lo dice Greta", come se la sua figura avesse un’infallibilità dogmatica. Allo stesso modo, Greta stessa cita studi e ricercatori in modo selettivo, attribuendo loro conclusioni spesso più nette di quelle realmente sostenute dai dati.  2. Bias di conferma – Greta è partita da una tesi predefinita ("il disastro climatico è imminente e colpa dell’uomo") e ha raccolto solo le evidenze che la confermassero, ignorando le sfumature e le voci critiche.  3. Cherry-picking – Si prendono i dati che supportano la narrazione catastrofista (es. eventi meteorologici estremi, aumento delle temperature) mentre si trascurano quelli che la indebolirebbero (es. miglioramen...
Stasera torno a casa, ai luoghi in cui muovermi è automatico e il trascorrere è rimasto un fruscio. Stanotte sulla spiaggia che mi vide bambino attenderò che altri sogni scendano quaggiù a riempirmi il cuore.  Le stelle scivoleranno giù lasciando nel cielo le scie del loro splendore mescolato alla magia che i desideri portano sempre con se.  Vorrei fosse diversamente ma sarò solo: porto le stimmate di una condizione esclusiva non più rimediabile ormai.  Ho già pronta la scatola con la mia lucciola personale, l’aprirò per far da richiamo alle sue sorelle del cielo, che non si scordino di me quaggiù; le attendo da un’estate all’altra, da una stagione all’altra, fingendo sempre che una carezza possa mitigare la disillusione di una vita.  Sorriderò questa notte quando arriverà la liberazione della tua voce e sarà di nuovo agosto con le cicale ad esaurire la notte e l’andirivieni delle onde a immortalare il tempo. Saranno più lente o più veloci le mie stelle stanotte quan...
Non credo esistano posizioni e ideologie sempre e comunque confrontabili, non è mai successo nella storia dell'umanità che questo accadesse, se sei convinto se hai analizzato, se hai cercato una misura fatalmente incontri qui qualcuno che agisce in modo diametralmente opposto. Non si tratta di scindere " le due facoltà" di castrarne una a favore dell'altra, di glissare su alcune posizioni e appoggiarne altre ( magari falsamente pur di non perdere alcuni contatti); si tratta di dover ammettere che l'uomo non è capace di leggere se non quello che vuole leggere, che non è capace di riflettere in silenzio su realtà lontane da sè e tutto ciò infine ti esaurisce.
...Guiderò per una settantina di chilometri, devo raggiungere un altro mare: so esattamente cosa è successo, la mia mente si è messa in cammino in modo autonomo: io la conosco bene, si fermerà da sola per sfinimento e finalmente mi lascerà dormire. Adesso galoppa veloce verso sud, verso Ortigia, verso un angolo preciso di strada, in direzione d’antiche stagioni mai dimenticate. Marzo 1985  Ho bisogno di lasciarmi andare al sogno, di crederci e vivere delle sue immagini sensuali e vere: con esse si può volare, leggeri e bellissimi e si può planare come uccelli marini nella terra dei papiri che avvampano al sole del tramonto. I due fiumi sono come i bracci di un diapason, lontani per miglia e miglia, vicinissimi alla fine: L’Anapo e il Ciane sfociano a pochi metri l’uno dall’altro, corrono incontro alla loro fine nel mare di Siracusa come due amanti uniti dallo stesso destino. Le acque verdi della sorgente del Ciane sono appena increspate da una leggera brezza che culla le canne rec...
Si apre il sipario: c’è un gran cannistru di rosi e di ciuri, la notti s’apri e lujornu si chiuri.  Una alla volta spuntano tutte le stelle e il faro si accende e, se ti metti a cavallo della luce passi il mare e arrivi in Africa. Io che campo all’acqua e al vento ci credo che un jornu giudica all’avutri e l’ultimo giudica a tutti, perché semo tutti ‘nsunnati, campiamo con la testa nell’aria e se casca il cielo non ce ne accorgiamo. Ma forse questo vogliono quelli che comandano, che dormiamo un sogno che duri tutta la vita; si scantanu che sennò…altri Vespri e altre rivoluzioni.  E’ destino campari come auceddi e morriri comu passarieddi, senza che nessuno si nni adduna.
Le prime prove tecniche sul confetto atomico avvennero nel deserto di Alagomordo nel nuovo Messico il 16 luglio del 1945; fu un bel botto, molto istruttivo ma incompleto. Gli americani erano riusciti a costruirla la bomba ma c’era un altro aspetto molto più interessante e produttivo. Un’atomica era imbattibile su questo non c’era dubbio ma gli studi sugli effetti di una tale esplosione sugli esseri umani? Capite bene che non era cosa da poter studiare in laboratorio, troppo tempo e risultati poco attendibili. L’idea brillante arrivò quasi subito e credetemi non ci fu nessuna remora morale nei dotti scienziati-politici americani, essi fecero l medesima cosa che gli scienziati nazisti facevano nei campi di sterminio verso gli ebrei, lo stesso principio di “studio diretto sugli umani” del dottor Mengele: provare direttamente su un essere umano! Tanto ebrei o giapponesi che importanza poteva avere! Nessuno protestava o bloccava i tedeschi ad Auschwitz, nessuno disse no e bloccò il pilota c...