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NON TORNERAI, IL CAPITARE DEI GESTI

Potrebbe sembrare un ritorno, ma non tornerai. So che non sarà così. Siamo altrove, qui solo le orme fuggevoli di un pensiero, di un’idea. Non tornerai ma sarebbe stato bello il contrario, distruttivo forse ma luminosamente bello. 
Sai quanto è facile slittare fra le pieghe della propria vita: ho troppe note in testa e quasi mai una dominante. Vorrei riderne, con te più che con altre, con te per un antica intesa lucida e cristallizzata nel tempo. Sai quanto è facile percorrere il labirinto dei nostri giardini segreti per ritrovarsi poi davanti alla spiaggia che amammo da ragazzi e dire , in silenzio, eccomi, sono pronto. Ho sospeso molte mie pagine per una crisi di “snobismo culturale”; quando ritroverò la sciocca pretesa di farmi capire dagli altri riaprirò le danze. Perchè, tu lo sai, danzare mi piace moltissimo, è connaturato al mio spirito e non potrei farne a meno; questo è il motivo del mio scrivere, un limbo preciso e solitario, conficcato dentro l’epistolario fra noi e il nostro sogno. Sei rimasta la custode del mio tempo sulle righe, l’unica che legge senza guardare ed osserva la mia consapevolezza immobile. Chiedo di te ai simulacri del ricordo ed invece dovrei farlo direttamente con una ragazza che, studiando, si è nascosta dentro il suo involucro di crisalide. Ti vedo bellissima camminare fra le nuvole di cui conosci senz’altro l’essenza e, talvolta, l’amarezza. La tua storia, quella che solo tu puoi raccontare, la scriverai quando sarai tornata una bambina lontana e non la donna inquieta di oggi. Vorrei essere ancora in vita per poterla leggere: forse avrei anche l’ardire di correggerla per poi riderne assieme. Forse potrei goderne pensando che in essa c’è anche una parte di me come sempre accade agli intelletti che s’incontrano. Ho sempre un giorno prossimo davanti, sarà uno di quelli da leoni, me lo ha detto una stella ieri sera ed io le ho creduto. 
Il capitare dei gesti non è cosa da poco, accade poi che diventi il tuo gesto, diventi la traccia che non conosci , il passo che non vedi e che lasci quando ti affidi all’ora che ti riporta a casa e chiudi la porta su quel che non sai. Stavolta la stazione è veramente deserta mia signora. Pare che niente e nessuno abbia mai sfiorato queste pareti e guardato questi binari, ma io so che non è così. Da ogni testamento si esce a nuove dimensioni e il tempo di risorgere può crescere in modi insospettabili. Sto annusando la scia della fragranza sottile che hai lasciato dietro di te. Porta molto lontano. Un giorno mi dissero che era stupido soffrire: me lo disse uno sciocco sempre allegro che temeva la sua fine ma il dolore è un tempo diverso dentro i nostri giorni, un filtro severo e impietoso che riporta l’esistenza ai suoi colori originali. Leggendoti lentamente pensavo anche che il dolore è ottima letteratura e silenzi colmi di sè…non sono certo che esso non si possa condividere ma capirti è un dolore prezioso, vorrei che fluisse per sempre. E' certamente la proiezione dei nostri desideri ma solo la prima parte di essa, un’anteprima; col tempo l’amore ci acquisisce al significato profondo del nostro desiderio ed è così che possiamo “essere” oltre il desiderio. Da quel momento in poi lo specchio ci rimanda anche facce del nostro istinto che prima erano celate dalla passione tout court. Ricordi il Caravaggio? Il Merisi, in fondo, cosa faceva? Portava la luce di dentro fuori…e il mondo vedeva aspetti che aveva sempre sotto gli occhi ma senza quella luce erano invisibili. Un solo attimo fissato sulla retina a suggellare un patto non scritto, una consuetudine che ci fa antichi e soli. In fondo è un miracolo anche questo.

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CONTINUO

 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!