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DEJA VU -

Qualunque prospettiva finora mi ha ucciso. Ho un'arma affilata in mano e dico di saperla usare bene: dipende. La solitudine mi ha aiutato a combattere, mi ha difeso le spalle, acuito i sensi, illuminato gli angoli della mia esistenza, mi ha ingannato facendomi credere che ormai fosse in mio potere. Ieri sera l'ho afferrata per la lama. La ferita è stata terribile come certi deja vu che ti fanno esclamare: tutto questo tempo in così poco tempo? Io non ho scelto nulla! Non posso arrogarmi scelte che non ho mai fatto: il caso, la vita, altre circostanze mi hanno costruito attorno un’esistenza complessa e multiforme. Io mi ci sono adagiato e adeguato finchè è stato possibile. La mia identità profonda è dentro le scelte sintattiche e verbali, dentro la punteggiatura, gli aggettivi, gli avverbi e i tempi scelti nel raccontarsi. Potrebbe essere difficile credere che una parola piuttosto che un’altra o una virgola possano dire di me come uomo più di una foto ben eseguita, eppure è così. Questa identità soggiorna qui da sempre ed è nella sua anzianità di servizio che io ripongo la speranza di non perdermi per sempre.

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CONTINUO

 Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.
L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto…si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima!