Ho sempre considerato la scrittura il viatico verso una sorta di eternità personale, un modo per restare anche dopo fuori dai contesti quotidiani in cui ci agitiamo. Ho anche immaginato che più di 10 anni siano un lasso temporale, virtualmente parlando, così grande da ripulire chi ha scritto dalle innumerevoli sciocche questioni che lo hanno ossessionato prima. Detto in altro modo vorrei che il web si dimenticasse di me! Vorrei anche che si dimenticasse di voi, almeno di alcuni di voi, perché a questo ambiente e a quest'uomo niente avete dato se non mediocrità e fastidi.
Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via. Il blog è lì, mi rappresenta, non posso disquisire io sulla mia letteratura, sulla sua effettiva validità. Io quando scrivo sono fuori da tutto, non scrivo per nessuno in particolare apro il cuore e l’intelletto e mi lascio andare. Scrivere è la mia libertà non la baratterò con niente altro al mondo vorrei fosse anche quella di chi mi legge nell’attimo perenne dello sguardo che passa sulle parole. Ero così già a dieci anni, solo mia ma...

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Il vuoto incombe e troppo spesso i commenti lo amplificano: per favore tenetene conto. Passo da qui di tanto in tanto, leggo se c'è da leggere. Eventualmente rispondo.