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Ho scritto della terra in cui sono nato e tornato varie volte: la Sicilia è uno stimolo letterario indiscutibile. Certo la dimensione geografica così vasta non coincide nell'immediato con la tipica sensazione di isolamento e lontananza da tutto di luoghi come le Eolie ( ma credimi Marettimo, le Pelagie sono persino più pregnanti da quel punto di vista). La Sicilia è un continente complesso, ricco e contradditorio ma la cultura millenaria che vi si è sviluppata ha quei caratteri di unicità tipiche di un luogo isolato, a sè. Quando ci entri lo capisci, lo senti a pelle e se hai la cultura necessaria ne resti sedotto; è successo a molti "stranieri" che una volta arrivati non hanno mai più dimenticato quella sorta di magia. Mi piace molto ciò che hai scritto Pino, anni fa misi su carta alcuni concetti molto simili ai tuoi, pensavo di aver fatto un lavoro completo...mi sbagliavo la metafora va ancora analizzata, la sua metafisica è ancora insondabile e in fondo è proprio tale ...
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Piccola idea , grandi sogni, blog.

Delle enormi fesserie lette in rete in questi anni non voglio parlare adesso e nemmeno della proterva e cafonesca aria che tira in certi "profili personali" in certe risposte e in certi commenti ( la moderazione si sta allargando a vista d'occhio). Preferisco parlarvi del grande piacere che mi da ripassare da certe stanze, aprire capitoli che dormono da qualche anno e che sono ancora perfetti, accesi e luminosi come quando furono scritti: ecco io vorrei che tutti i blog fossero capaci di dare quel tipo di sensazione, che fossero lo specchio fedele della nostra intimità vitale che resta legata alle parole e con essa resusciti quando vi poggiamo lo sguardo sopra.

Profilo

Non ho mai letto finora un profilo adeguato, sempre mezze verità o palesi bugie. Perchè dovrei fare diversamente? Sono un uomo che cerca e non trova, poco disponibile a seguire le mode, pigro e insofferente dei discorsi vuoti e delle parole che non colpiscono il segno. Non amo quindi la scrittura fine a se stessa e quella di propaganda; amo solo quella che mi fa leggere dentro. Fondamentalmente sono un solitario. Tale resterò, web o non web. In ogni caso andrò ovunque portandomi appresso il peso delle cose che scrivo: il vizio di girovagare per i blog non mi è ancora passato.
Ho trascorso una vita a scrivere anche molto prima di incontrarti e tu non mi hai mai letto. Ci siamo avviluppati per un certo numero di anni in una relazione vissuta, gesticolata, agitata dai nostri umori, urlata a muso duro talvolta. Ma mai scritta. Se ti avessi scritto e tu mi avessi letto avremmo capito prima e meglio, ci saremmo amati sul serio e non ci saremmo sfiniti nell’impotenza di non sapersi parlare. Quando mi fermo e il tempo è meno crudele con me oppure riesco a licenziarlo meglio, tu arrivi sempre e io mi chiedo da dove spunta questa necessità di te cui non vorrei dare significati tali da farti fuggire lontano in modo definitivo. C’è troppo sapore della tua pelle e dei tuoi capelli nella mia testa, troppo suono della tua voce e troppa inguaribile nostalgia dello sguardo che avevi quel pomeriggio lontano. C’è troppa letteratura vera per questo ho deciso di scriverti. Ora sei abbastanza lontana per leggermi senza il fastidio di dovermi poi dire, so per certo che mi leggera...
La mia letteratura vive un’ipnosi eterna che io ho in parte regalato all’amore e alla passione: non torna mai indietro dai suoi viaggi senza portare con sè una nuova morte, un nuovo disagio e una nuova vita; fuori da queste stanze l’ordine e l’armonia con cui fisiologiche si dispongono le righe si trasformerebbero nel più bieco teatrino della poesia di tendenza e del mellifluo d’alta classe. Qui dentro sono un lampo accecante, un brivido e la consapevolezza crudele e fiera di esserci e aver vissuto; qui i miei amori sono confluiti nell’unico amore che mi farà compagnia quando la luce si spegnerà, le mie idee non avranno il tanfo dell’ideologia ma il sorriso sereno dell’aver capito. Al di qua della pagina che voi leggete c’è un mondo che lascia di sè soltanto un riflesso lontanissimo di me e di voi; solo la musica che siede in un angolo della stanza, quando si alza maestosa può regalare almeno un’idea di quanto è accaduto qua dentro. Ma molti di voi non l’ascoltano e non sapranno mai do...
Si sbaglia senza tregua gentile signora, si nutre l’illusione di essere fuori, la si definisce fortuna, casualità, intelligenza, lucidità, la si chiama con termini logici, ci si inventa una preveggenza che ci blocca prima di compiere gli ultimi passi falsi prima del baratro. Non mi sento più di proporre altri termini, non ci credo più e sto per chiudere la finestra. La osservo con attenzione silenziosa, quasi commossa, è stata per lungo tempo il viatico con cui ho difeso le mie incongruenze, il succedaneo imbastito a proteggere il sapore vero di alcune mie sconfitte;il sogno non mi corrisponde più e mostra tutte le sue crepe gentile signora, imbastire un’altra leggenda mi stuzzica molto…poi guardo gli infissi polverosi di questa finestra e devo ricredermi sulla novità perenne di cui ci nutriamo ogni giorno.  Le confesserò di possedere in archivio alcuni momenti indimenticabili, se lei sapesse con quanto amore li ho nutriti, quante volte ho provato a farli uscire dal cofanetto ...