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Visualizzazione dei post da settembre, 2025
Due anni fa sotto la mole Antonelliana a Turin mi son sentito dire da un compito bifolco e signora che son stati loro a fare l’Italia! A ingrandire il territorio dei Savoia risposi io! Alzarono i tacchi, poi passai davanti al ristorante il Cambio davanti a Palazzo Carignano e mi immaginai il conte di Cavour fare il solito cenno al cameriere là sotto per dirgli di preparare un tavolo.  Il Piemonte starebbe bene per i fatti suoi, idem la Lombardia magari con un buon trattato commerciale con la Svizzera. Il Veneto e il Friuli non han dimenticato la Serenissima, Trieste è più austriaca di quanto si pensi, mitteleuropea direi e poco italiana.  Genova ad onta di Mazzini sarebbe per tutti: una città stato aperta a mille possibilità come qualunque città di mare si rispetti. Della Toscana non so dire con certezza, hanno così tanti asti i toscani tra loro, parlano l’italiano loro quello dell’Accademia della Crusca, di Dante e dei panni lavati in Arno…L’Italia? Mah, forse riveduta e corr...
La mia amica lo sa: cerchi l’armonia che hai sentito una volta e la insegui per una vita intera…quando infine ti accorgi di essere solo in tutto questo può essere normale pensare di lasciare cadere le braccia. Sono fragile, non lo nascondo, il senso d’inutilità per gente come me è sempre in agguato. Il blog è aperto, il blog è un’altra dimensione e necessita probabilmente di un approccio diverso…sinceramente mi sento “forzato”. Io ho, per fortuna, l’età in cui molte cose perdono la loro connotazione mediocremente ideologica e acquistano invece una valenza pìù elevata e segreta. Di essa scrivo come posso, ad essa guardo come ad una liberazione.
Se alzo la testa verso il cielo di fine estate non vedo stelle, troppe luci artificiali, troppe distrazioni. Ho un disperato bisogno d'onestà intellettuale perché l'ho sempre saputo o perlomeno percepito che, assieme a questa vita cruda, reale, con i suoi contorni netti e indiscutibili, c'è un'altra esistenza. Una vita diversa, trasversale, che emerge all'improvviso dentro i miei giorni per poi immergersi nuovamente nell'indefinito, nel probabile mai sicuro.  Una sospensione capace d'assumere qualsiasi forma, in qualsiasi momento oppure non assumerla mai. Per me non è mai stato difficile galleggiare in questa nebulosa e nemmeno doloroso ; è vero semmai il contrario. Nella vita normale, quotidiana, sbaglio sempre e soffro senza voluttà nell'altra invece…che sogni, che gioie, che visioni.
La maggioranza dei blogger è di sesso femminile ed io senza possibilità di dubbio le prediligo: lo riconosco è una mia debolezza fastidiosa ma le blogger mi intrigano e non le capisco quasi mai. Se ci rifletto appare evidente che la colpa di quasi tutti i problemi in questi anni hanno origine in questa mia predilezione. Devo confessare che fu una donna, mia madre, a spingermi a scrivere fin da ragazzino… mi guardava di sottecchi e sorrideva, credo che di nascosto leggesse poi quel che scrivevo ma non ne parlava mai, almeno non direttamente. Attorno ai 14 anni mi disse che il potere di immaginazione che mettevo nello scrivere mi avrebbe rovinato (disse così) ma che non c’era nulla da fare, l’unica cosa era farlo diventare almeno un buon italiano, la poesia della vita avrebbe fatto il resto
Ci fu un tempo lunghissimo in cui mi piaceva molto essere amabile, sapevo ritrovarmi in un attimo ed ero estremamente determinato nel mio progetto seduttivo. Ah, quanto duravano le mie stagioni, le estati infinite a divorare il sole e la luce e quanta crudeltà c’era nello scivolare tra le pieghe della carne e sentirsi in armonia sempre, senza mai un ripensamento che non fosse una nuova strategia, un’onda nuova che mi portava in cresta a mostrarmi il tuo corpo nudo e acceso.
Ma, ora, non c’era più tempo per riflettere: lo spettacolo stava per iniziare. Il cielo terso, immacolato, da azzurro era diventato blu intenso. Io, seduto nella mia poltrona, vidi comparire la prima stella: Venere mandò un lampo di luce e cominciò a brillare come un gioiello. Il sole, largo e arancione, s’era portato sulla verticale dell’acropoli, il suo disco, diventava nella parte inferiore, di un rosso carminio, come fosse venato di sangue. Non c’era più luce, piuttosto un riflesso interno e luminoso che aveva vita propria. L’astro scese tra le colonne del piccolo tempio dell’acropoli che erano diventate tanti minuscoli aghi neri, rilevati sullo sfondo del  cielo e del mare. Adesso avevano entrambi un’impossibile tinta color indaco. Mi girava la testa. Non vedevo nulla, ma sentivo tutto con precisione assoluta.  Poi, all’improvviso, questo stillicidio cromatico e temporale divenne un urlo viola. Il disco solare emise un respiro tagliente di luce rossa e il tempo si fermò. ...
Sono i desideri che salvano, la spinta a passare oltre, la crudeltà del non ricordare; ma vedi bbedda questa è una storia d’amore, ne ha tutte le caratteristiche e, come tale, vive in quella perenne sospensione di futuro e di giudizio che le è propria. Ho pensato molte volte in questi anni a possibili varianti, alle decine di “slidingdoors” che potevano aprirsi se… Infine sai cosa resta Giulia? Restiamo noi. L’infinita bellezza che si insinua almeno una volta dentro la vita di ognuno di noi: hai ragione io non potevo salvarti, è stata la bellezza a salvare noi! Tu non sei scivolata via. Quando ti ho abbracciato per l’ultima volta ero pronto a scriverti sulla bocca che non ci saremmo lasciati mai… sciocchezze vedi, ci siamo lasciati! Ricordarsi è un altro affare, è un contratto con l’infinito sai.

Netanyahu non è un santo

Penso sia legittimo criticare Netanyahu per molte delle sue scelte politiche, anche dure e controverse. Tuttavia, una parte consistente del dibattito pubblico sembra muoversi non su basi razionali o pragmatiche, ma sulla base di pregiudizi ideologici o, peggio, antisemiti.  In certi ambienti, come nel caso di Donatella Di Cesare, la critica appare più come un riflesso ideologico – dentro la logica della polarizzazione morale (la destra sempre colpevole, la sinistra sempre virtuosa) – che come un'analisi effettiva delle condizioni geopolitiche. È tempo di smettere di demonizzare Netanyahu con rappresentazioni caricaturali e retoriche violente, come quella dell’“assetato di sangue”, che rievocano, anche inconsapevolmente, stereotipi antisemiti secolari. La retorica della "pace" viene spesso agitata come un totem morale, senza tener conto delle reali condizioni che la rendono possibile. Parlare di pace senza valutare il contesto rischia di diventare una forma di autoassoluz...
Non sono mai stato capace di indirizzare le mie forze, i miei istinti verso qualcosa di concreto, qualcosa che mi potesse salvare veramente dall'erosione esistenziale che già cominciava a sgretolarmi a 20 anni! Uno sciocco dalla sintassi esemplare! Un nullafacente dalla cultura esplosiva e dalla capacità fortissima di non tenere niente di solido tra le mani.
Trovi l’autonomia se ci sono basi veramente sentite e comuni altrimenti trovi la secessione. Trovi uno stato federato se prima ce n’è uno veramente unitario e funzionante! Altrimenti non trovi altro che un’espressione geografica. Il conte di Cavour lo sapeva benissimo, erano gli altri a far finta di non capire, Camillo lo sapeva per intuito da vero francese qual’era. Pur senza aver mai visitato la penisola sotto Firenze sapeva che di Italie se ne dovevano fare almeno tre con buona pace dei patrioti. Invece ne abbiano una finta, piena di dubbi e di equivoci, esterofila per antonomasia, con una parte di popolazione che guarda con sufficienza le altre. Tra poco non avremo più nemmeno questa ma lascio a voi il compito di descriverla, io appartengo ad un altro mondo e ad un altro paese.
Non è di alcuna utilità fingere una positività che non mi appartiene da tempo immemorabile o addirittura scriverne: non si deve mai scrivere prostituendosi alla necessità sociale del momento. Così mi rendo conto ogni giorno di più di quanto sia “naturale” e triste questa mia reiterata abitudine sintattica e concettuale, quanto sia limitante ma ineludibile il mio modo di scrivere…o riscrivere. Le pagine sono moltissime e variamente addobbate ma lo scrittore è unico! Ancora vi dirò che non riesco più a leggere gli altri con la serenità necessaria, fondamentalmente ne provo spesso fastidio; in certi casi carezzo in segreto le pagine dei miei amici di sempre e non riesco a capire il senso dei loro contatti in rete; mi sembra contraddittorio, forzato, una concessione alla umana necessità di piacere e di farsi blandire ogni tanto. In questa incomprensione si trova tutta la mia distanza incolmabile fra il desiderio palese di continuare in modo nuovo e decente e la obiettiva incapacità di farl...
Ho amato profondamente. Ho scritto dell'amore incontrato. Ho sofferto come un cane una solitudine tremenda per decenni. Che io sappia mettere nero su bianco qualcosa che sfiori la magia dell'amore e dell'innamoramento non mi ha mai aiutato. Io morirò da solo con tutte le mie lettere appiccicate addosso, esse sono il monumento al mio fallimento esistenziale. E so quel che dico, adesso più di prima.
C'era il caldo di fine estate, quello di una sera che recita le solite litanie di fine stagione. Ogni volta sono sempre di meno, devi trovarci un senso diverso magari rinforzandole con i ricordi di quelle trascorse. Ma fa male...almeno un po'.  Conosceva quella casa all'ultimo piano e la grande terrazza col panorama verso il mare e le stelle. Si, la conosceva bene anche se talvolta si era camuffato da viandante distratto. Conosceva le intime fibre di quelle pareti, adesso muovendo i suoi passi in corridoio le voci e i volti ricomparivano tutti ad uno ad uno. Attendeva da venticinque anni il ritrovarsi. Non aveva particolari ritrosie per la socialità, dipendeva dal momento e dal luogo, che fossero un palcoscenico adeguato alla recita che egli proponeva. Ma gli altri lo sapevano? Gente così nè bene nè male ma anche lui in fondo era allo stesso modo. Fuori perchè nell'intimo c'era un abisso profondo e sconosciuto ai più, lui lo aveva difeso sempre a denti stretti. Sul...
La mia opinione è che nella impresa dei mille di eroico e di militare vi sia stato ben poco: l’esercito borbonico nelle sue figure di comando tradì per denaro la sua bandiera. Il denaro era Piemontese e inglese. Di tutto questo vi erano tracce chiare nei documenti che Ippolito Nievo doveva portare in continente. Era questo il motivo dei consigli criptici del console Hannequin: egli sapeva e conosceva anche quale sarebbe stato il destino del patriota italiano incaricato di far luce su questa vicenda.  Nievo si imbarcò la sera del 4 marzo del 1861 sul vapore Ercole con rotta per Napoli, circa 10 ore di navigazione. Naturalmente non arrivò mai a destinazione, il piroscafo si inabissò senza alcun superstite all’entrata del golfo napoletano. Tutti morti e il carico dei documenti in fondo al Tirreno per sempre! Dentro la cassa sigillata che Nievo doveva portare a Torino c’erano le prove documentate della pesante ingerenza del governo di Londra nella caduta del Regno delle due Sicilie....